Amore e simposio

Come si dice nel Simposio, l’amore…

Tra tutti gli usi che si possono fare dei social media il favorito di molti consiste nella condivisione di idee e opinioni personali, che però spesso consistono in mere citazioni sbagliate e “pensieri già pensati” altrove espressi tramite il si passivante. Sicuramente, tra tutti, il tema prediletto per questo utilizzo è quello dell’amore, che tuttavia è questione troppo complessa per essere piegata a semplici logiche motivazionali; pertanto per parlarne con maggiore appropriatezza, secondo me, ancora oggi, non si può prescindere dalla tradizione greca e quindi dal grande dialogo platonico: il “Simposio”. Qual è il messaggio profondo che il filosofo greco ha voluto veramente comunicarci? Davvero secondo Platone ognuno di noi ha bisogno di un’altra persona per sentirsi completo, come molti credono il filosofo sostenesse? Vorrei provare a rispondere a queste domande proprio cercando di ripercorrere, nel breve spazio di quest’articolo, le straordinarie pagine del dialogo platonico, poiché abbiamo ancora molto da imparare dal passato, da ciò che Platone dice nel Simposio. Come tutte le opere del filosofo, anche questa è scritta in forma dialogica, dunque sono presenti più personaggi, ognuno dei quali ha la possibilità di esprimere il proprio parere sul tema trattato; dietro la figura di Socrate si cela quella dello scrittore.

Amore è sempre amore di qualcosa perciò desidera possedere ciò che ama. In secondo luogo amore è sempre e solo amore di cose belle; amare qualcosa significa desiderare ciò di cui si sente la mancanza e nel caso di Eros si tratta proprio delle cose buone e belle. Non si pensi,  però, che, in quanto mancanza, l’amore sia brutto o malvagio: esso è piuttosto qualcosa di intermedio fra i due contrari, e proprio perché ha una natura “intermedia”, Eros non è un dio; se lo fosse, dovrebbe essere bello e beato come tutti gli dei, quando invece ricerca e desidera il bello: Eros è un demone, un essere con una natura a metà tra mortale e divina. Egli è nato dal dio Poro, che rappresenta l’espediente, la risorsa, e dalla dea Penia, che invece rappresenta la povertà, la mancanza, e pertanto ha una natura duplice e contraddittoria: in quanto figlio di quest’ultima è sempre povero ed è tutt’altro che “bello”, però, come figlio di Poro, è coraggioso, pieno di risorse. Eros, insoddisfatto per natura, è colui che non si accontenta ma che, spinto dalla curiosità, cerca di conoscere e quindi possedere per sempre quante più cose belle possibile. Dunque, l’amore è anche aspirazione all’eternità, la quale si ottiene in primis tramite la riproduzione.

A testimonianza di ciò l’amore assicura agli uomini l’immortalità perché garantisce il susseguirsi delle generazioni. La riproduzione, tuttavia, non si realizza solo nella sfera del corpo ma anche in quella dell’anima, dove l’amore verso l’arte, e più in generale verso la conoscenza, garantisce sempre l’evoluzione di queste forme e dello spirito dell’uomo. Così, dall’amore per una persona l’amante passa a desiderare la bellezza che si trova in tutti i corpi belli, in tutte le scienze e cose della vita fino a quando non si raggiunge la contemplazione della bellezza in sé. L’amore è, infatti, per Platone la forza che permette all’anima di elevarsi dall’esperienza sensibile alla Bellezza ideale ed eterna. Sicuramente esistono moltissime forme di amore, ma c’è una cosa che accomuna tutte queste ed è che l’amore è in realtà un mezzo. È proprio questo che ci insegna Platone in fondo: che solo tramite l’amore possiamo elevarci fino a cogliere la bellezza della vita. Eros ci permette di accedere ad un cammino articolato in varie tappe, che corrispondono ai diversi modi di porsi dinanzi ad esso: si parte dall’attrazione per un bel corpo, per poi innamorarsi di un’anima bella per salire sempre più in alto fino ad arrivare ad amare la Bellezza. È per questo che in realtà l’essere umano è innamorato dell’amore, perché comprende più o meno chiaramente che solo tramite questa forza potrà vedere il bello, sperimentare il bene e quindi ottenere la felicità. Tuttavia, Eros è anche il sentimento più temuto dall’essere umano (l’amore salva solo chi ha coraggio) perché una volta ottenuto ciò che si ama si resterà per sempre schiavi della paura di perderlo.

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